Il Gruppo Culturale Villardorese, in collaborazione con il Gruppo Fotografico “Amici 91”, ha presentato la mostra “
Villar Dora, ritorno al futuro” – Immagini dal passato al presente di Villar Dora.
L’esposizione è stata aperta presso il salone della Soc. Cooperativa il
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24 agosto 2014. Si ringraziano i cittadini di Villar Dora che hanno contribuito all’iniziativa. Il progetto è stato realizzato con il contributo del Fondo Speciale per il Volontariato in Piemonte – Centro Servizi V.S.S.P.
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Borgata Baratta
[Anni ’80] Cippo commemorativo dell’assassinio di Luigi Baratta da parte dei fascisti nel 1922. Vi si legge la dedica: A Luigi Baratta – i suoi Compagni |
[OGGI] Il cippo di borgata Baratta |
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Borgata Borgionera e San Martino
[1926] Festa d’inaugurazione della Cappella di San Martino. Si dice che una delle campane provenga dall’antica chiesa di San Lorenzo di Torre del Colle, oggi distrutta |
[Anni ’50] Si riconoscono: Marcellina e Rinaldo Bertolo, Aldo Giorda, Aventino Gotto, Giuseppe Bertolo, sua moglie Nunziata, Domenica e Dosina Giorda, Giovanni Franchino, Gina Richetto, Aldo Motatto e il piccolo Leonardo Chiariglione |
[Anni ’70] La cappella e l’orfanotrofio del S. Natale. In quegli anni, le suore dell’Orfanotrofio portavano d’estate le ragazze da Torino a villeggiare in collina (prima ancora in Borgata Andruino). |
[Anni ’70] La Cappella di San Martino negli anni ’70 |
[Anni ’80] Festa di San Martino |
[OGGI] Spazio antistante la chiesa di San Martino |
[OGGI] La chiesa di San Martino |
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Borgata Calliero
[Anni ’70] L’inizio di via Calliero, guardando verso Piazza del Rio |
[Anni ’70] I prati di Borgata Calliero dietro la casa di Nello Franchino |
[OGGI] Stessa prospettiva sugli ex prati di borgata Calliero |
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Borgata Merlo
[Anni ’50] Antica casa con affreschi (casa Motatto) |
[OGGI] La stessa casa di Borgata Merlo |
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Zona campo sportivo
[Anni ’50] Vista dal campo sportivo. Una volta sul campanile non c’era l’orologio rivolto verso Almese, perchè non si voleva mostrare l’ora agli Almesini a causa di vecchie rivalità col paese confinante |
[OGGI] L’orologio è ora presente anche sul lato di Almese… |
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Castello
[Anni ’20] Veduta antica del castello |
[OGGI] Prospettiva odierna della foto precedente |
[Anni ’30] Il castello immerso in una fitta vegetazione |
[OGGI] Prospettiva odierna della foto precedente |
[Anni ’40] Rara cartolina del castello visto da Borgata Merlo in falsi colori |
[OGGI] Il castello non ha subìto sostanziali cambiamenti negli ultimi 80-90 anni |
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Chiesa parrocchiale e piazza
La Chiesa ha origini molto antiche: pare provato che venne fondata prima dell’invasione dei Saraceni, verso l’VIII secolo d.C., dai monaci benedettini dell’Abbazia della Novalesa. Il titolo di “Priore” con il quale è designato il parroco del Villar potrebbe essere una conferma di questa origine monastica della chiesa stessa. Di fatto la Parrocchia pagava le decime alla Novalesa. A sinistra della chiesa sorgeva nel 1700 una casa che ospitava una confraternita di carità, ancora ricordata dal Casalis alla metà dell’Ottocento come un’istituzione che soccorreva “i malati poveri a domicilio”.
La chiesa, edificata originariamente in stile romanico, venne parzialmente ricostruita nel 1675 e nuovamente restaurata nel 1830. Altri restauri vennero eseguiti nel 1937 dal Priore Don Oreste Caramello, con ulteriori interventi negli anni ’60. Il rifacimento della pavimentazione interna portò al ritrovamento di alcune tombe, una delle quali, di fronte all’altare maggiore, accoglieva nei secoli passati i defunti di Casa Provana (già feudatari del Villar).
[Inizio ‘900] Piazza della Chiesa guardando verso Via Merlo. Sulla destra c’è la casa in cui nacque Don Aventino, per molti anni parroco di Borgone e direttore de La Valsusa. A lato della via Merlo, scorreva a cielo aperto il rio Marchetti, poi coperto con un lavatoio |
[OGGI] Piazza della Chiesa guardando verso Via Merlo |
[Anni ’30] L’uscita dalla Messa |
[OGGI] L’area all’esterno della chiesa |
[Anni ’30] Chiesa parrocchiale e strada di accesso al Castello |
[Anni ’30] Chiesa parrocchiale e strada di accesso al Castello |
[OGGI] Chiesa parrocchiale e strada di accesso al Castello |
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[Anni ’30] Interno della Chiesa ancora privo di affreschi. Mancava anche il pulpito dal lato sinistro. Fu il Priore Don Oreste Caramello a far affrescare l’interno della Chiesa dopo il suo ingresso nel 1934. Gli affreschi furono opera di Cornelio Borgione, che li realizzò negli anni 1946-47 |
[OGGI] L’interno della chiesa |
[Anni ’50] Piazza con lavatoio e fontana |
[OGGI] L’angolo dell’ex lavatoio |
[Anni ’50] Il negozio di Maria ‘d piasa, aperto dal 1945 al 1963 |
[Anni ’60] La Chiesa vista dalla strada che porta al castello |
[OGGI] La foto precedente ripresa dalla stessa prospettiva, con il monte Curt sullo sfondo |
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Società Cooperativa
[1932] Festa della Società Cooperativa |
[OGGI] Festa davanti alla Società Cooperativa |
[anni ’50] L’antica sede della Cooperativa, ex cantina Perino |
[OGGI] La foto precedente ripresa dalla stessa prospettiva |
[anni ’50] L’ingresso alla vecchia sede della Società di Mutuo Soccorso all’inizio di Via Almese |
[OGGI] La vecchia sede della Società di Mutuo Soccorso è ora un’abitazione privata |
[1954] La Banda Musicale davanti alla Cooperativa in occasione della festa di San Rocco del 1954. In secondo piano c’è la “botteghina”, negozio di mercerie, stoffe ecc., diventato poi negozio di materiale elettrico |
[OGGI] Oltre la Botteghina, anche il vecchio negozio della Società Cooperativa ha chiuso per lasciare posto ad una banca |
[anni ’80] I campi da bocce della Società Cooperativa |
[OGGI] Dove sorgeva il campo da bocce principale adesso vi è un parcheggio |
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Fabbrica valigie Badone
[anni ’40] Operaie al lavoro nella fabbrica Badone |
[anni ’40] La fabbrica Badone |
[OGGI] Piazza della Resistenza, area dell’ex fabbrica Badone |
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Fornace
[Anni ’30] La fornace in un dipinto del pittore Gabriele Girardi |
[Anni ’30] Panorama della fornace con ciminiera |
[Anni ’30] Gruppo di operaie che lavoravano nella fornace. Si riconoscono: Irma Forneris, Bianca Franchino, Piera Baratta e Vincenzina Coletto |
[Anni ’30] Lavoratori della fornace. |
[Anni ’30] Gerarchi fascisti in visita alla fornace |
[Anni ’50] Laghetto nei pressi della fornace |
[OGGI] Laghetto nell’area dell’ex fornace |
[OGGI] L’area dell’ex fornace |
[OGGI] L’area dell’ex fornace (piazza dei donatori di sangue) |
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La Madonnina (incrocio tra via Almese e via S. Ambrogio)
[1928] L’edificio con archi è la vecchia sede della Società di Mutuo Soccorso. Nella casa all’estrema sinistra c’era un negozio per la vendita e la riparazione delle biciclette. Il titolare si chiamava Luigi Giai. Prima ancora, dalla fine dell’800 fino al 1924, l’edificio era stato la sede della Scuola di Musica della Banda Musicale. |
[Anni ’30] L’incrocio della “Madonnina” con il lato sinistro della strada, il negozio della Coop e il peso pubblico. Fino al 1911 il peso si trovava davanti al vecchio asilo, poi fu spostato davanti alla Cooperativa, dove rimase in funzione fino agli anni ’90. |
[Anni ’30] La nicchia con la statua della Madonna era presente su due lati: Via Almese e Via San Vincenzo. A sinistra c’era un muro che delimitava Prato del Pozzo |
[Anni ’30] L’incrocio quando non era ancora ben definito il punto d’incontro tra Via S. Ambrogio e Via Almese. Su entrambi i lati dell’angolo è presente una nicchia con la statua della Madonna. Nei pressi c’era il campo da bocce della vecchia sede della Società Operaia. Sotto la bassa tettoia al centro della foto c’era un déhors con tavolini e sedie. |
[N.D.] L’incrocio con la nicchia e Via Almese |
[N.D.] La nicchia in Via Almese è sparita, al suo posto c’è la finestra di un negozio. |
[OGGI] Il castello visto dall’incrocio Madonnina |
[OGGI] L’incrocio della Madonnina |
Borgate Montecomposto e Bert
[Anni ’50] Vecchio panorama da Montecomposto |
[Anni ’60] Trattoria Belvedere (foto in falsi colori) |
[Anni ’60] Trattoria Belvedere |
[Anni ’70] Vecchio scorcio di borgata Bert |
[1975] La Cappella di Santa Lucia a Montecomposto, sulla mulattiera vicino a Villa Taglia. La chiesetta fu ristrutturata dai volontari della borgata su invito di Don Bar. |
[OGGI] La Cappella di Santa Lucia |
[OGGI] Panorama attuale da Montecomposto |
[OGGI] L’ex trattoria Belvedere. |
Municipio e piazza San Rocco
Nelle immagini più vecchie si può notare la macelleria sul lato ovest della piazza (negli anni ’50 venne spostata sul lato opposto) e il rivestimento elegante in pietra dell’edificio d’angolo con Via Fortunato Perino, che forma una specie di portico. Vi si trovava una trattoria, edificata dall’ex carabiniere Felice Richetto, che la gestì per molti anni. Successivamente gli subentrò Domenico Canetti, che vi unì una rivendita di generi alimentari.
Fino agli anni ’20, sulla facciata del Municipio si leggeva la scritta “Palazzo Municipale di Villar Dora 1885”. Sulla stessa parete era collocata la lapide posta dopo la fine della prima Guerra Mondiale, fatta successivamente rimuovere dal regime fascista, che la sostituì con un’altra nel 1926. Nel locale in basso a sinistra dell’edificio vi era originariamente il tabaccaio di Villar Dora, (allora Edoardo Genta), successivamente trasferitosi in Via Almese. Vi subentrò Francesco Motatto, sarto e barbiere che, probabilmente, occupava il locale con la scritta “Parrucchiere” visibile nella terza foto sulla destra. Sulla facciata del municipio era dipinto lo stemma di casa Savoia.
L’attigua Cappella di San Rocco fu probabilmente edificata alla fine dell’epidemia di peste del Seicento. La dedica a S. Rocco, tradizionale protettore dalle malattie epidemiche e la scritta “in peste patronus” leggibile nella chiesetta sembrano supportare tale ipotesi.
[Fine ‘800] Piazza San Rocco con grano steso a seccare |
[Anni ’20] Uomini davanti al Municipio |
[Anni ’20] La piazza con donne e bimbe. |
[Anni ’20] La scritta è diventata “Municipio” |
[Anni ’20] Dalla piazza, guardando verso il castello. A destra della Cappella di San Rocco, nel sottoscala, c’era un negozio di commestibili gestito dalla Sig.ra Vigia Genta |
[1926] Cerimonia davanti al Municipio per la posa della lapide in onore dei Caduti della Prima Guerra Mondiale nel 1926 |
[1927] Raduno di folla per il Cinquantenario della Società Cooperativa (fondata nel 1882). I sei signori con il diploma sono i soci fondatori: Giuseppe Bessone, Antonio Calliero, Antonio Baudo, Stefano Richetto, Marcellino Perino, Angelo Giorda. |
[Anni ’30] Gruppo di scolari in Piazza San Rocco. Alle loro spalle, la “Trattoria della Piazza”. Si riconoscono: Sergio Coletto, Elio Calliero, Lucilla Coletto, Carla Calliero, Mirella Bugnone, Luigina Calliero, Alma Calliero e Carlo Vindrola |
[Anni ’30] Quando il Comune di Villar Dora viene accorpato a quello di Almese (1927), il Municipio diventa sede delle scuole elementari. Si trovano qui le classi 3, 4 e 5, mentre la 1 e la 2 sono ancora nelle vecchie scuole di Via Merlo. |
[1935] Negli anni ’30 Villar Dora era ormai stata ridotta dal regime fascista a frazione di Almese. L’ex casa comunale era stata adibita a scuola elementare |
[Anni ’40] Un vecchio muro che delimitava la piazza. Sono ancora presenti tracce delle scritte: “Viva 113ª” (brigata), “Viva Toiu” (Vittorio Blandino), “Viva i GAP” e, dopo la Liberazione, “Viva i SAP” |
[Anni ’40] Uno sguardo dall’alto di Piazza San Rocco. La didascalia riporta erroneamente “Borgo Richetto” |
[1945] Corteo nel giorno della Liberazione nel 1945 in Piazza San Rocco. In primo piano, si riconoscono Natale Sibille, Ermanno Grande, Giuseppe Belmondo. |
[Anni ’50] Villar Dora nel 1955 è ridiventata comune autonomo. Ecco la nuova Casa del Comune |
[Anni ’50] Il negozio di Marcella Bonaudo in Piazza San Rocco. Il signore ritratto nella foto è Vittorio Bonaudo (1895-1965) |
[1955] La Banda Musicale in piazza al concerto di Santa Cecilia |
[Anni ’60] La piazza con la prima fontana |
[Anni ’70] La piazza con la seconda fontana, inaugurata dal sindaco Giverso |
[Anni ’80] Vecchia immagine di Casa Bonaudo |
[Anni ’90/2000] Il Municipio in anni recenti, prima degli ultimi rifacimenti |
[OGGI] Piazza San Rocco com’è |
[OGGI] Vista del castello |
[OGGI] Il lato ovest della piazza |
[OGGI] Corteo in piazza |
[OGGI] Piazza San Rocco com’è |
[OGGI] Casa Bonaudo sul lato sud della piazza |
[OGGI] Piazza San Rocco com’è |
[OGGI] Vista di piazza S. Rocco dagli spalti del castello |
[OGGI] Attuale palazzo del Comune |
[OGGI] Attuale palazzo del Comune |
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Panorami
[Fine ‘800] Dipinto a olio guardando dalla finestra del primo piano del castello. L’opera fu realizzata alla fine dell’Ottocento da Enrico Antonielli d’Oulx |
[OGGI] Prospettiva attuale del dipinto a olio |
[Anni ’30] In questa vecchia veduta dal Ròc dla Mata si scorgono case signorili con grandi arcate ellittiche, tipiche del paese. In primo piano le case di Borgata Baratta |
[1936] Veduta dal Ròc dla Mata. Cartolina spedita all’allora venticinquenne Soldato Renzo Borgione, di stanza in Africa Orientale durante la guerra d’Etiopia. Sulla sinistra della foto si notano ancora i terrazzamenti per la coltura della vite. Nel suo complesso l’immagine denota un territorio assai più brullo di adesso |
[1958] Veduta dal Ròc dla Mata nel 1958 |
[OGGI] Veduta dal Roc dla Mata |
[Anni ’20] Al centro del paese, ampi spazi coltivati |
[Anni ’40] Panorama con poche case e molti frutteti |
[OGGI] Panorama dalla Seja |
[Anni ’30] Vecchia veduta verso ovest dai confini con Almese. La collina della seja appare assai brulla |
[Anni ’60] Guardando verso la Sacra di San Michele, la collina della Seja. Il campanile adesso presenta l’orologio su tutte le facciate, come voluto dal parroco Don Viberti. L’immagine è in falsi colori (i “peschi” sono in realtà ciliegi colorati di rosa) |
[OGGI] Veduta attuale dai confini con Almese verso la Sacra di San Michele |
Piazza del Rio
La vecchia piazza era molto più piccola di quella attuale ed era attraversata dal rio Vindrola, sul quale c’era un ponte da cui partivano via Suppo e la strada verso borgata Calliero. Nel 1949 la piazza fu ampliata con la copertura del Rio. La fontana al centro venne accostata al muro di cinta della casa Bruno (a sinistra) dove rimase attiva fino alla costruzione dell’attuale lavatoio negli anni ’60. I lavori vennero effettuati dai cittadini stessi con il sistema delle “reuide” (corvées). Ogni cittadino, volontariamente, si impegnava a prestare, per lavori di pubblico interesse, un certo numero di giornate lavorative. L’edificio della cappella sconsacrata, ristrutturato nel 1974 e poi venduto, attualmente è abitato. La costruzione a forma di parallelepipedo adiacente al muro serviva come sedile per i contadini che si fermavano a riposarsi mentre trasportavano le pesanti gerle colme di foglie o di fieno sulle spalle. Sul lato nord della piazza sorge casa Bruno. Risalente al XVII secolo, essa prende il nome dal Dott. Felice Bruno (1847-1925) che fu per molti anni medico di Villar Dora. L’ultimo piano della casa fu adibito, forse fin dal Settecento, all’allevamento dei bachi da seta. Una figlia del Dott. Bruno, andata in Francia, sposò un certo sig. Tropini, immigrato del cuneese, perciò la casa è nota anche come “Casa Tropini”.
[Anni ’40] Gruppo di donne attorno alla fontana. Il bimbo in braccio alla mamma Piera Bessone è Uberto Franchino. Si riconoscono: Alda e Valeria Franchino, Cortesina Grisa |
[1946] Piazza del Rio con cappella sconsacrata e fontana |
[OGGI] Piazza del Rio oggi |
[1954] Gruppo di abitanti della piazza che spalano la neve nel 1954: si riconoscono Uberto Franchino, Attilio Viarengo, Piera Calliero Franchino e Valerio Franchino |
[Anni ’60] Tipica casa con ballatoio in Piazza del Rio. È nota come “casa Bonaudo” |
[OGGI] Aspetto odierno di casa Bonaudo |
[Anni ’60] Casa prospiciente piazza del Rio |
[OGGI] Veduta odierna della casa prospiciente piazza del Rio (dai giardinetti) |
[Anni ’60] Esterno della cappella sconsacrata |
[OGGI] Esterno della cappella sconsacrata |
[Anni ’60] L’affresco sovrastante l’antica cappella ritrae una Madonna ottocentesca |
[OGGI] Stesso affresco oggi, restaurato |
[Anni ’60] Grotta di Lourdes costruita in cartapesta da Remo Richetto in Piazza del Rio. |
[Anni ’70] Immagine di casa Bruno |
[OGGI] Casa Bruno al giorno d’oggi |
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Piloni
[Anni ’60] Il pilone di Borgata Baratta |
[OGGI] Il pilone di Borgata Baratta restaurato |
[Anni ’70] Il pilone di Montecomposto |
[OGGI] Il pilone di Montecomposto non è cambiato rispetto al passato |
[Anni ’90] Il pilone di S. Antonio da Padova, Torre del Colle |
[OGGI] Il pilone di S. Antonio da Padova dopo i restauri |
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Prato del pozzo
[1880-1890] Forse la foto più vecchia perché non si vedono ancora le case lungo Via S. Vincenzo. Si vede il muro di pietra tra Prato del pozzo e Via S. Vincenzo e davanti la tipica vigna. le case appaiono tutte dotate, sui ballatoi, dei graticci che venivano utilizzati per l’essiccazione del granoturco. |
[1900] Foto che traguarda la casa d’angolo di Piazza San Rocco. Si vede un robusto muro e la vigna. A partire dal 1896-97 la casa in secondo piano al centro della foto venne prolungata ed è ancora oggi esistente. |
[1913] Si notano le case, ancora oggi esistenti, lungo il lato destro di Via S. Vincenzo, andando verso Piazza san Rocco |
[1931] Sono già comparse le case di Rosa Igino e delle sorelle Bonaudo (postine) sul lato sinistro di Via S. Vincenzo, andando verso la piazza. Sulla torre del castello sventola la bandiera dei coscritti del 1926 |
[OGGI] Immagine attuale di Prato del Pozzo |
[OGGI] Immagine attuale di Prato del Pozzo |
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Rocca Sella
[Anni ’70] La chiesetta in cima alla Rocca Sella con la statua della Madonna, edificata nel 1942 grazie a molti Villardoresi che salivano fin sulla cima portando i materiali da costruzione |
[1997] La stessa chiesetta dopo il restauro del 1997. Si trova di fronte alla Sacra di san Michele, in cima alla Rocca Sella, o Monte Caprasio, che interessa i tre comuni di Caprie, Rubiana e Villar Dora. Essa rappresenta il punto più alto del territorio comunale villardorese (1508 m) e funge anche da rifugio sempre aperto |
[OGGI] Chiesetta della Rocca Sella |
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San Pancrazio
La cappella di San Pancrazio sul pianoro della Seja. In origine, al suo posto vi era un pilone votivo a pianta quadrata, ingrandito successivamente con l’aggiunta di un secondo corpo. Al suo interno è possibile ammirare alcuni affreschi del Quattrocento e del Cinquecento, raffiguranti la Vergine in trono con il Bambino e i Santi Giovanni Evangelista e Pancrazio. Sui muri laterali sono dipinti altri Santi, a sinistra un vescovo, forse San Giovanni Vincenzo, l’eremita della vicina Celle, già vescovo di Ravenna, e San Bernardino. Un elemento che ci consente una datazione più precisa è rappresentato dallo stemma Provana dipinto a destra della figura di S, Giovanni Evangelista. Il tralcio di vite dei Provana è inquartato con la colonna dell’omonima famiglia romana, concessione accordata nel 1418; probabilmente fu quindi in questi anni che i Provana fecero eseguire queste pitture in onore di S. Pancrazio.
[Anni ’70] La cappella di San Pancrazio sul pianoro della Seja |
[OGGI] La stessa cappella dopo il recente restauro |
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Scuole elementari
[Anni ’60] Le scuole elementari poco dopo la loro costruzione |
[Anni ’60] Le maestre Ermenegilda Genta e Alda Soffietti, con il Dott. Natale, il sindaco Martino Franchino e Don Viberti. Nella palestra si celebrò la festa per il pensionamento della maestra Soffietti, che venne premiata con una medaglia |
[Anni ’70] Festa per l’inaugurazione del monumento ai Caduti vicino alle Scuole Elementari, inaugurate nel 1959 |
[OGGI] Veduta delle scuole elementari |
Collina della Seja
[Anni ’40] Accampamento militare allestito sulla Seja durante la Seconda Guerra Mondiale. La batteria antiaerea era costruita con criteri molto avanzati e disponeva di una centrale di tiro. La corrente elettrica veniva trasportata dalla Fornace per mezzo di fili elettrici montati appesi su pali |
[Anni ’40] Animali da soma in forza alla batteria antiaerea sulla Seja |
[Anni ’40] I pali servivano per appendere i fili del telemetro, apparecchio che era utilizzato in tempo di guerra per misurare l’altezza e la velocità dei velivoli non identificati |
[Anni ’40] Altre strutture sullo sfondo della Sacra |
[Anni ’40] Costruzioni militari sulla sommità della collina |
[OGGI] La collina della Seja |
[OGGI] La collina della Seja |
[OGGI] La collina della Seja |
Torre del Colle
La Torre, dai merli guelfi, fu edificata alla fine del XIII secolo. Ha la porta d’ingresso a sei metri da terra e vi si entrava con una scala a mano che poi i difensori ritiravano all’interno. La Torre del Colle poteva segnalare l’avvicinarsi del nemico al Castello perchè comunicava per via ottica (con segnali fatti col sole riflesso e col fuoco) tanto con il Castello di Condove e di san Giorio che con la Torre di Buttigliera. Ai suoi piedi sorgeva la Chiesetta romanica di san Lorenzo, ormai scomparsa. Nel “Dizionario Statistico-Geografico degli Stati Sardi del Casalis (edito nel 1854) a pag. 489 del vol. XXV alla voce Villar Almese si legge: “…In altro sito avvi una torre antichissima e poco lungi da essa veggonsi alcuni ruderi di un edificio, che secondo una local tradizione, era un tempio del gentilesimo”. Trattasi in realtà di una antichissima cappella che sorgeva sul Colle, tra la Torre e la “strada vetera”, la vecchia strada delle Gallie che di qui scendeva a Novaretto, ricordata nel documento del 21 agosto 1287, dove è chiamata la vecchia chiesa “de Sancto Laurencium”, fatta risalire da alcuni studiosi ad epoca decisamente anteriore al Mille ed alla costruzione della vicina Torre. Secondo un’antica leggenda, tra la Torre del Colle ed il castello esiste un passaggio sotterraneo, a metà del quale sasrtebbe stato sistemato un ampio locale, la cosiddetta “stanza del tesoro”, che da secoli è in attesa del suo scopritore…
[Anni ’40] Vecchia immagine della Torre del Colle tra le vigne |
[OGGI] Torre del Colle dalla stessa prospettiva |
[Anni ’60] Vecchia immagine della Torre del Colle tra peschi e vigne |
[OGGI] Torre del Colle con le vigne. La vegetazione si è però infoltita, come del resto è avvenuto in tutta la valle, con il progressivo abbandono delle coltivazioni |
Vecchio asilo
[1931] Bimbi dell’asilo |
[1941] Bimbi dell’asilo. Si riconoscono: Claudio Vindrola, Elio Calliero, Lucilla Coletto, Anna Baratta, Ester Franchino, Carla Calliero, Eraldo Coletto. |
[Anni ’60] Suor Claudina con i bimbi della Prima Comunione il giorno del Corpus Domini |
[Anni ’80] Gruppo Anziani davanti all’ex asilo |
[OGGI] Veduta attuale del cortile dell’asilo vecchio |
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Via Almese
[Anni ’10] Vecchia immagine di Via Almese |
[Anni ’20] In primo piano a destra la casa della famiglia Catti e quella della maestra Ermenegilda Genta |
[OGGI] Stesso tratto di via Almese |
[Anni ’20] Via Almese fiancheggiata sul lato sinistro dalla “Leja” e dal campo sportivo. In fondo alla strada si vede la Croce. A destra, la casa di Carolina Buggia in Coletto. |
[OGGI] Via Almese e la “Leja” |
[Anni ’30] Via Almese con muraglioni del Castello. Non c’erano case sul lato destro della via, andando verso Almese, ma solo grandi prati. Il castello presenta una torretta, sulla sinistra, oggi non più esistente. Il basamento in pietra è ancora conservato nel cortile del Castello. |
[OGGI] Via Almese. Dalla stessa posizione i muraglioni del Castello non s’intravvedono più |
[1945] Altro corteo nei prmi giorni dopo la Liberazione |
[26-27 apr 1945] Primi cortei dopo la Liberazione. In prima fila: Rinaldo Franchino, Ermanno Grande, Franco Coletto, a destra Natale Sibille. Il CLN di Villar Dora fu originariamente costituito da Giuseppe Albertone (PSI), Edoardo Ferrero (PCI), Marco Blandino (DC) e Oreste Maritano (PLI). Non vi era rappresentato il Partito d’Azione |
[OGGI] Stesso tratto di via Almese, ma diverso corteo… |
[1948] Processione in onore della Madonna Pellegrina: in primo piano, la Banda Musicale e la Congregazione delle Figlie di Maria (vestite di bianco). Nella Banda si riconoscono: Franchino Martino, Perotto Giuseppe, Morando Mario, Ferrero Ferruccio, Blandino Vincenzo, Pralavorio Luigi, Grande Bruno e Gaudenzio. |
[OGGI] Stesso tratto di via Almese dove un tempo passava la processione |
[Anni ’60] Cappella delle Crocette, quasi al confine con Almese. È dedicata a N.S. Addolorata. Venne restaurata nel 1665 (di quest’epoca dev’essere l’affresco sopra l’altare, con stemma Provana) e praticamente rifatta all’inizio del ‘900. Come le cappelle di S. Lorenzo, S. Pancrazio e S. Rocco, anche quella “delle Crocette” apparteneva alla “Comunità” |
[OGGI] Cappella delle Crocette |
[Anni ’60] Al via i lavori per la costruzione della Circonvallazione della Provinciale del Col del Lys |
[OGGI] L’attuale incrocio con la Provinciale del Col del Lys |
Via Fortunato Perino
[Inizio ‘900] La famiglia Margaira in via Fortunato Perino |
[OGGI] Scorcio di via Fortunato Perino |
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Piotere
[Anni ’80] Via Piotere con i ciliegi in fiore vista dall’incrocio con il Pilone andando verso la Torre del Colle |
[OGGI] Stessa vista: il paesaggio è rimasto pressoché immutato |
[Anni ’80] Via Piotere: vista con i ciliegi in fiore, guardando verso il Pilone |
[OGGI] Prospettiva attuale della foto precedente: anche qui pare tutto immutato |
Via Roma e Ca’n Borgion
[Anni ’40] Gruppo di Villardoresi nei prati davanti aCa’n Borgion. Si riconoscono in alto: Gemma, Daria e Ines; sotto: Renzo, Lucilla e il piccolo Leo Borgione |
[1957] Il prato detto di “Cento Fre”, sul lato destro del Rio Vindrola, oggi interrato sotto Via Roma. La fotografia fu scattata da Cesare Re (1924 2011) nel 1957. |
[OGGI] Scorcio della zona prospiciente Ca’n Borgion. Sulla sinistra, fuori dal campo visivo, è situata l’attuale via Roma. |
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Via Sant’Ambrogio
[Prima del 1912] Il vecchio ponte in legno sulla Dora, prima che fosse costruito l’attuale ponte in muratura |
[OGGI] L’attuale ponte in cemento armato sulla Dora, costruito da Oreste Pollino nel 1912 |
[Anni ’20] Via S. Ambrogio. A destra c’è la casa della famiglia Margaira. Sulla sinistra, tra gli alberi, la casa della famiglia Grande. L’uomo in primo piano, con la bicicletta, è Bonifacio Margaira. Lui e Amedeo Borgione furono i primi cittadini villardoresi a possedere una bicicletta alla fine dell’800. La signora è Luigia Borgione, moglie di Bonifacio |
[OGGI] Prospettiva di via S. Ambrogio |
[1971] La Filarmonica G. Perotto sfila in Via S. Ambrogio. Al centro del paese c’era il benzinaio Ferrero Walter. In primo piano, con la bandiera, Nello Franchino. Si riconoscono: Doriana Alemanno, Anna Morando, Rita Regaldo, Michelino Grande, Aldo Calliero, Luciano Lazzarini, Uberto Franchino e Osvaldo Ferrero |
[OGGI] Vista attuale della foto precedente |
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Via Sant’Anastasio
Nella prima immagine si vede il corteo per i festeggiamenti del restaurato Comune di Villar Dora nel 1955. Occorre ricordare che nel 1928 il governo fascista aveva avviato un processo di accorpamento tra piccoli comuni. Villar Dora fu una delle vittime di questo provvedimento. Nell’immediato dopoguerra, il desiderio dei Villardoresi di ridivenire Comune autonomo venne tradotto in realtà da un Comitato composto da: Martino Franchino, Giuseppe Coletto, Don Oreste Caramello, Felice Richetto, Gaspare Coletto, Edoardo Ferrero, Mario Richetto, Giuseppe Ferrero, Crescentino Grande, Ladino Adorno. Il Comitato cominciò ad operare nel 1947, ma soltanto nel 1953 divenne possibile ristabilire i comuni soppressi dal regime fascista minori di tremila abitanti, come Villar Dora. Furono necessarie attive pressioni del Comitato perchè si giungesse, l’11 aprile 1955, alla firma, da parte del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, del decreto n. 499 che recitava: “È ricostituito il Comune di Villar Dora”. Nel corteo che sfilò per le vie del paese per celebrare l’avvenimento, c’erano le bandiere della Società Cooperativa portata da Fedele Borgione, quella della locale sezione del PCI, portata da Ettore Ferrero e quella del PSI, portata da Michele Gallo. Seguiva la bandiera della Banda Musicale che vediamo in questa foto. Si riconoscono: Giuseppe Perotto, Franchino Remo, Ferrero Ferruccio e Franchino Martino e Blandino Vincenzo. Portabandiera: Baratta Giovanni.
[Anni ’40] La Croce ed il portone dell’ex casa del fattore della parrocchia. Sul campanile non c’è ancora l’orologio rivolto verso Almese |
[OGGI] Prospettiva attuale della foto precedente |
[1955] Corteo per i festeggiamenti del restaurato Comune di Villar Dora |
[OGGI] Via S. Anastasio |
Vicolo Genta
[Anni ’40] Gruppo di persone nel vicolo Genta |
[Anni ’40] Gruppo di persone nel vicolo Genta (sorelle Ferrero) |
[1944] Battesimo nel Vicolo Genta |
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[Anni ’60] Trebbiatura del grano in vicolo Genta |
[Anni ’60] Altra immagine della trebbiatura |
[OGGI] Vicolo Genta |
[OGGI] Entrata di vicolo Genta |